Luoghi da visitare
ASOLO | BASSANO DEL G. | CASTELFRANCO V.TO | POSSAGNO | MONTE GRAPPA
ASOLO
TOUR DELLA CITTÀ
Si può partire dalla piazza centrale, oggi intitolata a Garibaldi, con l'antica fontana sovrastata dal leone di S. Marco.
La Cattedrale, ricostruita nel 1747, conserva nella facciata la struttura romanica. All'interno, opere notevoli tra cui spicca l'Assunta, capolavoro di Lorenzo Lotto (1506).
La Loggia della Ragione costituiva il centro della vita amministrativa; nella sala della Ragione si trovano gli stemmi dei podestà asolani; la facciata verso la piazza porta un affresco del Contarini.
Imboccata via Browning si incontrano palazzo Polo con le sue eleganti trifore, casa Tabacchi dove Browning scrisse i versi di Asolando, la fontanella Zen (1571) e villa Freya, dimora della famiglia Stark. Entrando in centro da sud, da Porta Loreggia, e prendendo il Foresto vecchio, ci si imbatte in casa Malipiero, che ospitò il musicista veneziano, e nella chiesa di S. Gottardo.
Salendo lungo la caratteristica via Bembo, si costeggiano le mura fortificate che salgono alla Rocca e si ritorna in piazza. Da qui si sale a piedi lungo via Regina Cornaro tra due ali di palazzi quattrocenteschi affrescati e dotati di portici. A sinistra c'è il castello della Regina, ora Teatro Duse, con la Torre Civica e la più piccola Reata. Scendendo si lascia sulla sinistra via Sottocastello con l'omonima porta e si passa davanti a palazzo Beltramini, ora municipio. Prima di ridiscendere lungo contrada Canova, merita uno sguardo via Belvedere dove fino al 1547 era ospitata la comunità israelitica. In via Canova si ammirano casa Duse e, sotto porta S. Caterina, casa De Maria e la graziosa chiesetta di S. Caterina con affreschi del '300.
Più avanti a sinistra palazzo Pasquali, con la lapide a ricordo del soggiorno di Napoleone nel 1797 e, oltre villa de Mattia, la casa detta Longobarda. Sul colle detto "degli Armeni", notevole il "fresco" di villa Contarini. Salendo per la stretta via S. Anna, si arriva in faccia all'omonima chiesa. Nel cimitero, le tombe di Eleonora Duse e Freya Stark. Tornando dalla piazza centrale si sale ora per via Dante e, lasciata sulla destra l'elegante villa Scotti Pasini, si incontra l'ex monastero benedettino di San Pietro. Infine, oltrepassata Porta Colmarion, 276 gradini conducono alla Rocca, fortezza medioevale (XIII sec.), sulla sommitÀ del monte Ricco. Dagli spalti, splendida la vista sul paesaggio circostante.
BASSANO DEL GRAPPA
Intonare "Sul ponte di Bassano..." e sentirsi un pò alpini è tutt'uno: là, dove le memorie patrie si dettero la mano, sorge la città di cui il ponte unisce da secoli destini e sentimenti. Sorto sulle rive del Brenta, all'imbocco della Valsugana, nella prima metà del Duecento il borgo di Bassano risulta possesso degli Ezzelini, prima di un periodo tormentato che lo vede a lungo conteso tra i signori delle città vicine, in particolare Scaligeri e Carraresi, dai quali passò ai Visconti e quindi, nel 1404, alla Repubblica di Venezia. La dominazione della Serenissima durò circa quattro secoli, durante i quali Bassano visse un periodo di grande sviluppo, testimoniato ancora oggi dalla ricchezza del suo tessuto urbano, nel quale si integrano strati edilizi medievali e architetture cinque-seicentesche di ispirazione veneziana.
Tutta la storia della città ruota da sempre attorno al mitico ponte, che la tradizione vuole costruito per la prima volta proprio dagli Ezzelini: sarebbero quindi quasi otto secoli che esso lancia la propria sfida alle acque del Brenta - il quale se l'è peraltro portato via varie volte - e alle ripetute guerre di cui è stato vittima innocente. Ogni volta, però, gli abitanti lo hanno ostinatamente ricostruito. II ponte degli Alpini che ammiriamo oggi, lungo 64 metri e largo 8, sempre in legno e con la caratteristica tettoia che poggia su due file di 19 colonne, risale al 1948 e segue fedelmente il progetto statico-architettonico del Palladio: in fondo al ponte, il Museo degli Alpini è una sorta di santuario della Grande Guerra.
Sulla riva sinistra del fiume si dispone il nucleo antico del borgo, dove, tra storiche grapperie, si scoprono nobili edifici come il Palazzo pretorio (XIII secolo), la quattrocentesca loggia del Comune e palazzo Sturm, sede del rinomato Museo della Ceramica. Sulla centrale piazza Garibaldi, ornata dalla Torre civica, sorge la duecentesca chiesa di San Francesco, di forme gotiche, con resti di affreschi di varie epoche: nel chiostro ha sede il Museo civico, la cui pinacoteca raccoglie dipinti della gloria locale, Jacopo da Ponte (1510 ca.-1592), uno dei maggiori artisti veneti del secondo Cinquecento.
CASTELFRANCO VENETO
La visita di Castelfranco solitamente ha inizio in piazza Giorgione, dalla quale si possono ammirare da un lato le mura e le torri medioevali, contornate dai giardini pubblici, dal fossato e dal passeggio Dante, dall’altro lato uno degli antichi porticati, ora ricco di negozi, che contraddistinguono il centro storico.
Superato il “ponte dea saeata”, si passa sotto il torrione dell’orologio, dal quale sembra far buona guardia il leone marciano, e si imbocca via Francesco Maria Preti, raggiungendo ben presto il piazzale del duomo, a fianco del quale sorge la romanico-gotica casa Marta Pellizzari, detta “di Giorgione”, al primo piano conviene soffermarsi soprattutto nella sala decorata da un fregio quasi certamente affrescato dal grande pittore castellano e dai suoi collaboratori; esso raffigura “oggetti, strumenti e simboli delle professioni, delle arti figurative, della musica, delle armi, delle scienze e delle lettere, intramezzati da ritratti di personaggi anziani (probabilmente filosofi), da medaglioni con profili di imperatori e da tabelle sostenute da nastri, con iscrizioni e massime latine in bei caratteri maiuscoli romani”.
D’obbligo una visita al settecentesco duomo, la cui facciata, peraltro, fu realizzata solo nel 1893 senza rispettare integralmente i disegni lasciati dal Preti. All’interno, accanto al transetto destro si apre la cappella Costanza, in cui è conservata la splendida pala “Madonna in trono col Bambino tra i santi Giorgio (o Liberale o Nicasio) e Francesco” dipinta da Giorgione attorno al 1505.
POSSAGNO
Possagno non ha avuto particolari motivi di distinzione fino alla fine del XVIII secolo, periodo storico del quale Antonio Canova è il più celebre scultore europeo. I più tangibili ricordi che il paese nutre di questo artista sono costituiti dal Tempio Canoviano, una chiesa progettata dallo scultore ispiratosi al Pantheon di Roma, e dalla Gipsoteca canoviana, museo-gipsoteca dedicato allo scultore e costruito attorno alla sua casa natale, in cui sono conservati vari bozzetti e gessi delle sue celebri opere oltre a molti suoi quadri. L'ampliamento della gipsoteca fu realizzato dall'architetto Carlo Scarpa.
Vai a : Sito ufficiale della Gipsoteca Canoviana
Per gli appassionati di montagna le pendici dei monti che si affacciano su Possagno possono offrire motivi di interesse. Percorrendo pochi chilometri si può inoltre arrivare alle cittadine di Crespano del Grappa, Asolo e Bassano del Grappa, o visitare la cimadei monti Grappa, Palon e Tomba, luoghi frequentati dagli sportivi del deltaplano e del parapendio.
MONTE GRAPPA
Frequentato sin dal '700 da botanici interessati alla particolare flora di quest'area prealpina, il Grappa diventò nel secolo scorso la montagna di casa dei bassanesi, che, attirati dai vasti panorami godibili da queste alture, sulla cima costruirono il rifugio Bassano. Fu però nel corso della prima guerra mondiale che il Grappa balzò alla ribalta della storia, meritandosi, per il ruolo di primo piano svolto nelle fasi decisive della guerra, l'appellativo di "monte sacro alla Patria". Alla fine del conflitto il Grappa è un immenso cimitero: ben 23.000 sono stati i morti, decine di migliaia i feriti da ambo le parti. I resti di quella che fu la grande quarta armata sono ora tumulati nel sacrario monumentale eretto sulla cima della montagna.
Chi voglia rivivere la guerra sul Grappa, dopo la visita al complesso monumentale della Cima, potrà continuare il suo itinerario attraverso i musei di Campo Solagna e di San Giovanni. Per prendere visione dei campi di battaglia, con una breve passeggiata potrà raggiungere il Col Berretta o il Col Fenilon, mentre per toccare con mano l'infrastrutturazione bellica potrà visitare la trincea di San Giovanni o di malga Col del Gallo e le gallerie di Col Campeggia.
Vai a : Sito ufficiale Cima Grappa
Vai a : Sito ufficiale Comunità montana del Brenta - Monte Grappa